A Roma abbiamo un problema di “omissione di soccorso” istituzionale.

E’ stato sempre piuttosto evidente che l’amministrazione capitolina non facesse granchè per accogliere i migranti transitanti approdati in città. La vicenda di via Cupa e lo sgombero del Baobab ne rappresentano il culmine.

Più si va avanti però, più il re è nudo e il problema monta. Si fa farsa. Diventa presa in giro istituzionale. Anzitutto dello sforzo messo in campo da decine di volontari impegnati ogni giorno con mense, presidi, distribuzione di vestiti e cliniche mobili. Poi della buona fede dei cittadini romani.

Stamattina l’ennesimo sgombero: alla stazione Tiburtina le forze dell’ordine hanno fatto smontare le tende appena piantate dai volontari di MEDU (Medici per i diritti umani), assieme a quelli di Baobab Experience.

Servivano a dare un riparo ai ragazzi africani (per lo più eritrei) arrivati a centinaia a Roma e diretti nel nord Europa.  

“Persone vulnerabili provenienti dal Corno d’Africa, spesso vittime durante il percorso migratorio di torture e gravi violenze”, scrivono i Medici per i Diritti Umani.

Sono migranti transitanti ed hanno storie di sofferenza e resilienza. Loro in Italia non vogliono restare ma le ultime novità in materia d’immigrazione li costringono ad un imbuto logistico, bloccandoli più a lungo di quanto vorrebbero nel nostro paese. Ecco: qui da noi non hanno uno status, non sono riconosciuti, non sono ufficialmente rifugiati. E però esistono. E hanno diritto ad un’accoglienza. Anche perchè riportano spesso ferite fisiche e psichiche.

Stamattina i volontari MEDU accorsi per l’emergenza, si chiedevano che fastidio potesse dare questa nuova tendopoli inoffensiva (perché piantata ben lontana da centri abitati, strade trafficate ecc…). Nessun fastidio, in effetti.

Il fastidio è dato da ‘piccole’ logiche politiche dentro Roma.

Il fastidio è nell’amministrazione capitolina che nella persona dell’assessore alle politiche sociali Laura Baldassarre, finge di negoziare da almeno 4 mesi una soluzione d’accoglienza che non arriva mai.

E’ nel tessere una tela di penelope senza fili. Nell’ignorare un problema di rispetto di diritti umani e soccorso umanitario. Nel voler dare la precedenza a logiche di supposta par condicio politica (l’assessore Baldassarre teme la reazione dei militanti di Casa Pound, per intenderci) e pretendere che queste logiche piccine sostituiscano l’assistenza e il soccorso a migranti con viaggi rocamboleschi alle spalle.

Il mancato rispetto dei principi costituzionali e del diritto umanitario in questo caso si chiama “omissione di soccorso”.

MEDU lo spiega molto bene: “Crediamo che oggi chi governa la città di Roma debba provare un pò di vergogna. Alle 5 di mattina la polizia è intervenuta per sgomberare il presidio portando in questura 45 migranti”. Decine di loro sono fuggiti impauriti e si trovano ora nascosti sotto i cavalcavia della stazione Tiburtina. “Un indecente ping pong sulla pelle di essere umani”.

Per di più il presidio umanitario appena sgombrato a Tiburtina sorgeva nella stessa area individuata quest’estate dal Comune di Roma per ospitare la tendopoli di prima accoglienza per i migranti in transito, poi mai realizzata.

“L’area, situata in un parcheggio completamente inutilizzato e lontano da abitazioni ed esercizi commerciali, veniva considerata dalla stessa amministrazione comunale del tutto idonea ad ospitare un centro di prima accoglienza”, scrive MEDU.

Che è successo nel frattempo? Perchè dare spazio a logiche di parte? Oggi la vera emergenza che il comune di Roma affronta si chiama “omesso soccorso”.