Il negoziato di  di pace lampo per la Siria, ad Astana, si e’ concluso oggi.
Turchia, Iran e Russia monitoreranno la tregua in corso tra governativi di Assad e le tante declinazioni ribelli, tra jihadisti, islamisti, Isis e opposizioni interne.
Ma già c’è chi si chiede che tipo di pace è questa e quale giustizia ripristinerà. Le violazioni dei diritti umani sono state troppo gravi per non ricorrere ad un Tribunale penale super partes che inchiodi i maggiori colpevoli. Il rischio è che non si chiuda il cerchio; che le vittime non ricevano giustizia. Che la storia si ripeta. Come sempre è accaduto.
«Dopo avere esportato le guerre, queste sono tornate da noi sotto forma di terrorismo, profughi e destabilizzazione. La guerra, in tutte le forme in cui si presenta, non bussa alla porta, non prende appuntamenti, né conosce vacanze. L’Occidente dimentica il passato e si fa sorprendere dal presente».
Alberto Negri, inviato di guerra per Il Sole 24 Ore, affida ad un post su Facebook questa riflessione.
Ma come si è involuta la strategia bellica in questi ultimi anni in Medio Oriente a partire dalla Siria? L’aberrazione più evidente è stata la  “trappola di Aleppo”, l’assedio di Assad ai civili, le restrizioni imposte agli aiuti umanitari; la spietatezza dei jihadisti, la debolezza delle Nazioni Unite: una miscela esplosiva che sostanzialmente ci spiazza ma ci lascia inerti.
I conflitti si fanno sempre più atroci e violenti ovunque. Ormai da anni non riguardano più solo gli eserciti (inesistenti in senso tradizionale) quanto la gente comune.
Lo scrive l’Ocha (agenzia Onu per gli aiuti umanitari), lo riportano gli istituti di ricerca e le ong di denuncia. Lo vedono con i propri occhi fotoreporter e inviati; giornalisti, freelance e operatori umanitari. Mentre scriviamo è in agenda un meeting per l’avvio di negoziati di pace ad Astana, in Kazakistan, il 23 gennaio. Ma chi negozierà per l’opposizione siriana? Il fronte opposto ad Assad non è un fronte. Dentro c’è di tutto. «Quello che oggi accade in Siria è un laboratorio di crudeltà»: la sintesi più efficace è di papa Francesco. Il rischio è che questo esperimento di morte in futuro produca mostri.
Cliccando qui il dossier in versione integrale pubblicato su Popoli e Missione.
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